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Escursione remiera Treviso - Mestre

Escursione remiera da Punta San Giuliano a Treviso e ritorno lungo il Sile

15 – 16 giugno 2013

 

2° giorno

La notte passa tranquilla con il rumore sommesso del Sile che scorre, qualche rara ambulanza che parte o arriva all’ospedale e l’avifauna che a partire dalle 4 del mattino circa fa sentire la propria presenza e annuncia un nuovo giorno.

Già, l’avifauna non aveva vogato per 12 ore sotto il sole!!!

 

BZZZ BZZZ BZZZ : la sveglia del cellulare vibra. Sono le sei del mattino ed è ora di alzarsi. Le giunture fanno male, gli ossi cigolano, la testa è ancora pesante e l’equilibrio instabile ma bisogna andare. Riccardo oltre a portarsi via Chiara che deve rientrare a Mestre in mattinata si porta via anche parte dell’attrezzatura ormai inutile alleggerendo quindi la caorlina e riducendo la fatica dei 6 rematori superstiti.

 

Alle 7.10 partenza  e alle 7.35 scarse ecco le chiuse di Silea: meno di 25 minuti per percorre un tragitto che la sera prima era stato coperto in 40.

 

A Casier sosta per una ricca e meritata colazione e poi via a seconda di corrente verso la laguna. Finalmente c’è il tempo e la lucidità per ammirare il paesaggio e le splendide case e ville che si affacciano sulle rive del Sile.

Si voga a seconda ma ogni tanto è necessario fermarsi per riposare, bere (acqua!) fare quattro chiacchiere e scattare qualche foto.

 

Si passa Casale sul Sile ma è troppo presto per il pranzo così l’equipaggio decide democraticamente di fermarsi più giù verso la foce: Musestre o Quarto d’Altino andranno bene. Si perde un’ora a Quartod’A. per comperare qualcosa di caldo da mangiare in una “rosticceria da dimenticare” e poi via di nuovo per cercare un posto all’ombra dove consumare il “fiero pasto”. Il cibo comperato è quasi immangiabile e per fortuna qualcosa di commestibile era rimasto dal giorno prima. Breve riposo all’ombra e alle 15.00 la ciurma si rimette ai remi: Portegrandi è ancora lontana … SanGiuliano … meglio non pensarci.

 

Poco dopo le 16.00 ecco Portegrandi: adesso bisogna remare perché la marea cresce. Il Silone è lungo, non sembra finire mai anche perché i punti di riferimento sono pochi o mancano del tutto. Ad aggravare la situazione il flusso di barche a motore che lo risale: i domenicali che sono andati a Sant’Erasmo, alle Vignole, a Treporti o sulle spiagge stanno tornando. Le onde sollevate dai “plastegoni a motor” si fanno più frequenti e non facilitano certo i vogatori. La maggior parte quando vede la caorlina a remi rallenta l’andatura ma c’è sempre qualche imbecille che non lo fa guadagnandosi così colorite maledizioni per sé e le generazioni future oltre che dubbi sulla moralità della madre, zie e sorelle.

Ma il peggio deve ancora venire: finito il Silone si curva a sinistra per imboccare il canale che divide Burano da Torcello. Un flusso ininterrotto di barche a motore che certamente supera i limiti di velocità avanza compatto provocando onde alte che appena la caorlina riesce a superare. Una leggera e fragile mascareta affonderebbe quasi subito. A questo punto la domanda sorge spontanea: dov’è la polizia lagunare? Basterebbe la sola presenza per far si che le barche a motore rispettino i limiti di velocità.

 

Per fortuna di fronte all’imbarcadero di Torcello c’è un canaletto stretto e poco profondo percorribile dalle sole barche a remi che evita il passaggio da Burano e sfocia in laguna. L’acqua è abbastanza alta e così si risparmia tempo e fatica.

Dopo una breve sosta in un “brolo” a Mazzorbo si riparte: San Giuliano è in vista ma ci vogliono ancora un paio d’ore. Sbucati in laguna si riconoscono a destra le isole Buèl del lovo, Carbonera e più distante di fronte  Tessera.

 

Il ritmo di voga sta calando inesorabilmente come le forze dei vogatori; per fortuna l’acqua è alta e si riesce a passare sulle secche zigzagando fra le reti da pesca. Passato il canale di Tessera, trafficatissimo dai taxi e lancioni che vanno e vengono dall’aeroporto a tutta manetta (di nuovo ... la polizia lagunare dov’è??) la ciurma sente finalmente profumo di casa (dev’essere ben forte per sovrastare l’eau de cavaròn dei 6 eroici vogatori).

In effetti più che profumo di casa si tratta di “spussa de alghe marse”: un tappeto verde scuro si para davanti alla caorlina costringendo il poppiera Paolo a continue deviazioni per avere abbastanza acqua per remare.

 

Finalmente alle 19.45 si tocca terra a San Giuliano! Circa 110Km a remi in 2 giorni: non male!!

La caorlina viene issata dalla gru, posta sul carro e spinta in remiera dove sarà disarmata, vuotata da borse, sacche e altro materiale e poi lavata.

 

Si dice che gli spazi ristretti mettano a dura prova la capacità di convivenza (civile) delle persone e la barca è una di questi. Nei due giorni passati assieme i partecipanti hanno dato prova di amicizia, solidarietà e comprensione reciproca; mai si sono verificati episodi che minassero il clima disteso che una escursione fatta per divertimento e non perché te lo ordina il medico, deve avere.
Prova superata!!!

 

I partecipanti: Bruno P., Chiara G., Emanuela B., Ferruccio G., Nereo Z., Paolo A., Silvia B.

Si sono aggregati per una serata in compagnia: Silvia M., Alberto C. e Riccardo.

 

 

Leggi il resoconto del primo giorno

 

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